PratiCARE la sicurezza

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PratiCARE la sicurezza

Prendersi cura della sicurezza delle persone sul lavoro, giocando. Questo l'obiettivo del gioco di ruolo “PratiCARE la sicurezza” che arriva al Fuorisalone di Play – Festival del gioco, per sensibilizzare le piazze su un fenomeno che in Italia registra numeri preoccupanti. È andata a finire male, ma se avessimo la macchina del tempo cosa fareste per evitare questo risultato drammatico? Chiede il conduttore del gioco.

“PratiCARE la sicurezza” inscena casi reali di infortunio attraverso un gruppo di "form-attori" composto da persone che all'interno del mondo del lavoro hanno responsabilità e mansioni specifiche nell'ambito della sicurezza. Gli attori siamo tutti noi, lavoratori di tutti i giorni, che al mancato lieto fine raccontato da questo gioco, possiamo rispondere salendo su un'immaginaria macchina del tempo per trovare la strada per evitare la disgrazia.

Il gioco richiama il principio ispiratore del Teatro dell'Oppresso, declinato sul tema della sicurezza; nato in Brasile negli anni Settanta, esso simulava nelle piazze situazioni di oppressione sociale   coinvolgendo i passanti, un modo per raccontare le relazioni tra persone e indurre un cambiamento  positivo nel contesto personale e sociale di riferimento.

“PratiCARE la sicurezza”, modalità di formazione già sperimentata nelle aziende e nelle scuole, al  Fuorisalone di Play – Festival del gioco veste la sua dimensione originaria, la piazza appunto, che è quella a cui si ispira, divulgando un'informazione seria sulla corretta percezione dei rischi, in modo non serioso.

Per scongiurare ciò che spesso accade nei corsi sulla sicurezza sul lavoro, dove le persone tendono – parola dei formatori! - ad essere poco interessate e ad annoiarsi, gli spettatori vengono coinvolti attivamente in un caso di infortunio inscenato davanti ai loro occhi, per imparare, ricordare e poi essere in grado di mettere in pratica un dato comportamento.

La situazione viene raccontata attraverso oggetti simbolici, spesso materiali di riuso, che le persone interpretano per quello che sono anche se non si tratta dell'oggetto reale che ha causato il dramma. E così, ad esempio, una sedia diventa una pressa. Gli spettatori vengono invitati a sostituirsi a un personaggio della scena e a compiere determinate azioni per cambiare l'esito della situazione, trasformando la piazza in un gioco di ruolo con significato catartico, per cambiare la realtà e imparare dalla disgrazia.

Le persone si divertono, si commuovono ma soprattutto imparano. E funziona.

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